Papageno

manifesto-artenocasteIl percorso di pedagogia teatrale iniziato a novembre dello scorso anno è approdato al giocodramma teatrale che andrà in scena sabato 31 maggio alle ore 21 all’Aurum di Pescara. Lo spettacolo sarà ospitato all’interno della mostra “ARTE NO CASTE – Creatività senza etichetta” curata dall’artista teatina Gabriella Capodiferro.

Ingresso libero

Lo spettacolo è liberamente tratto da “Die Zauberflöte” di Mozart, la storia narra la fiaba del principe Tamino e della bella Pamina in un’originale improvvisazione creativa dei bambini, e si nutre delle suggestioni figurative del film d’animazione “Il flauto magico secondo Papageno” di Gianini e Luzzati. Nonostante il suo contenuto profondo e filosofico, il Flauto Magico, composto da Mozart pochi mesi prima di morire, è un’opera destinata a un pubblico semplice che amava divertirsi attraverso la magia del teatro.

Il punto di vista di tutta la nostra storia è quello dell’uccellatore di corte Papageno, personaggio che fonda la sua arte di vita su una visione del mondo popolare, ingenua e allegra. 
Papageno nasce da un percorso pedagogico di ricerca collettiva a custodia del momento spirituale più alto vissuto dal bambino: il gioco drammatico.

Nel gioco drammatico Papageno, la creatività espressa attraverso l’azione, il gesto, il suono, il ritmo, in un articolato percorso esperienziale, ha consentito ai bambini di raccontare, attraverso il gioco creativo, la verità del Sé.

Indicazioni sugli oggetti scenici: gli elementi scenici (periaktoi e maschere), sono stati realizzati dai bambini durante i workshop curati da Gabriella Capodiferro e The Babbionz.

Visualizza la scheda dello spettacolo Papageno

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Ph. Simona Budassi

La foresta incantata di Dora

Il 26 maggio 2012 a San Giovanni Teatino presso la Scuola Primaria andrà in scena

La foresta incantata di Dora
Giocodramma liberamente ispirato alla fiaba “I diavoli nella foresta” di Luigi Antonelli

Genius ludi: giocando si forma l’universo dentro e fuori di sé
(A. Kaiser, Genius ludi: il gioco nella formazione umana, Roma, Armando Editore, 1955)

La messinscena
La messa in scena del giocodramma dal titolo “La foresta incantata di Dora”, liberamente ispirata alla favola in un atto “I diavoli nella foresta” di Luigi Antonelli, ha previsto l’utilizzo dei principali strumenti della pedagogia teatrale: il linguaggio del corpo che crea lo spazio e il tempo viventi, e il linguaggio della musica che interpreta ed esprime le emozioni dei personaggi.
La drammaturgia musicale è costruita su opere del compositore russo Igor’ Fëdorovič Stravinskij.
Nella prima parte del giocodramma, guidata dalle note de “L’Uccello di fuoco” (Stravinskij, 1910), un tema cupo, introdotto in sordina da clarinetti e contrabbassi, ci immerge nel bosco incantato di Dora. Archi e legni, con terzine veloci, annunciano la presenza dei demoni che entrano in scena in un crescendo di fagotti e tromboni; nella danza infernale dei demoni, gli archi sono rinforzati da grancassa, legni e tremolo di timpani.
La seconda parte del giocodramma, guidata dalle note di “Petruška” (Stravinskij, 1910/1911) esprime la gioia e la freschezza di Dora pur non tralasciando di sottolineare il carattere forte e deciso della protagonista che avrà la sua vittoria finale sui demoni.

Il giocodramma
Tra gioco e teatralità vi sono delle connessioni essenziali in quanto espressioni originarie del vivere umano. L’attività ludica rappresenta l’attività più congeniale allo sviluppo dell’infante, incapace di realizzare conoscenze ed apprendimenti attraverso un percorso esclusivamente logico-formale. La recita, immettendo prematuramente nel “reale”, inaridisce e cristallizza nella rappresentazione scenica dei personaggi, rappresentazione che il bambino è incapace di intendere. Il gioco educa a stare con se stessi, ad osservare, ad inventare, a sentire, a trarre da sé, stimolando il colloquio interiore e ponendo in relazione il bambino col mondo e con gli altri. Nella sua massima espressione il gioco è “gioco drammatico”, forma più elementare di animazione teatrale, linguaggio a cui naturalmente il fanciullo ricorre per manifestare conoscenze, interessi, interpretazioni della realtà sensibile che lo circonda. Nel “giocodramma” la breve improvvisazione creativa ha come fine la rappresentazione in forma ludica della realtà vissuta dai bambini, sostenuta dall’immaginazione e realizzata dalla gestualità corporea. Il giocodramma è la tipica forma di conoscenza infantile che consente l’identificazione con l’oggetto esplorato, in quanto i bambini creano “qualcuno o qualcosa che non sono essi stessi, [e nello stesso tempo] in questa creazione creano, poi, se stessi”. (Volpicelli M., Recitare, in “L’Educatore italiano”, Milano, Signorelli editore, 1955 p.22)

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